Rifondazione di un Partito per la Rifondazione di un Paese.
Mi sono tesserato a Rifondazione.
Non amo i partiti, come qualsiasi organizzazione verticistica dove ci sono persone che decidono e altri che devono stare alle decisioni prese.
Ho sempre preferito, e continuo a farlo, i "cani sciolti" ai "Compagni organizzati", per una semplice questione di indipendenza, di poter decidere da me in ogni occasione, da che parte andare, con chi andare e quanto restare. Cosa che in un partito (non dico in assoluto, ma almeno in parte sì) non è possibile. aggiungo: giustamente e logicamente.
Ho deciso però di tesserarmi per diversi motivi, alcuni personali ed altri ideali-politici.
Quelli personali sono molto semplici, due principalmente:
- anzitutto di base la voglia di provare ad entrare in un mondo, quello della politica di partito, che in questi anni ho sempre osservato da esterno, avvicinandomici in rare occasioni, ma senza mai davvero entrarvi.E quindi dicevo, la volontà personale di provare a "vivere" in prima persona questo modo di fare politica.
- l'altro motivo per così dire, personale, è semplicemente che ho trovato qui a Bologna un gruppo di Compagne/i con cui mi sono trovato fin da subito bene,simpatici ma sopratutto aperti e disponibili, nei modi e nelle idee.
Ma c'è anche un motivo più strettamente politico che mi ha spinto a tesserarmi.
Ed è che ,per quanto non ami i partiti e il loro apparato burocratico, sono essenziali. Spiace molto dirlo ma il "movimentismo", non serve. Meglio, non serve se si punta a cambiare la società in maniera strutturale e permanente.
Assolutamente non voglio negare, anzi!, l'utilità dei movimenti che nascono e crescono (e muoiono) in seno alla società civile. Affermare una cosa del genere sarebbe non solo una falsità ma anche da stupidi, visto che abbiamo avuto (e continuaiamo ad avere) sotto gli occhi le capacità di mobilitazione e azione di movimenti come quelli dell'Acqua, dei No-Tav, quelli che hanno appoggiato e fatto vincere sindaci quali Pisapia e De Magistris.
E però altresì vero, che per far sì che le istanze della popolazioni (espresse e portate avanti anche coi movimenti) abbiano davvero attuazione, portino ad un cambiamento vero e permanente è necessario che siano incanalate, organizzate e portate avanti attraverso una struttura più solida e meglio organizzata di un "semplice" movimento civile.
E penso che questo di questo ci si possa accorgere volgendo lo sguardo agli stessi esempi prima citati (mov.Acqua, Pisapia e De magistris) e anche agli sconvolgimenti che stanno attraversando i paesi come Spagna e Grecia
Il movimento dell'acqua è stato eccezionale, è riusciuto a mobilitare migliaia, anzi milioni, di persone, che hanno deciso di mettersi in gioco e portare avanti una partita fondamentale per il futuro dell'intero Paese come quella del diritto all'Acqua. Il successo è stato assoluto ed innegabile, visibile semplicemente guardando la partecipazione alle manifestazioni prima e al momento del voto poi.
Eppure oggi ci troviamo difronte ad una situazione in cui -a dispetto del risultato referendario- l'unica città (tra le più note) ad aver dato attuazione alla "sentenza popolare" è stata ,in questi giorni, Napoli del sindaco De Magistris.
Questo significa quindi qualcosa, e più precisamente che l'azione della società civile per quanto essenziale se non appoggiata e portata avanti da un gruppo più strutturato non può portare a cambiamenti strutturali.
Anche gli eventi internazionali, a mio parere, ne sono dimostrazione.
In Spagna, dove si è costituito il movimento degli Indignados, tra non molto vi saranno le elezioni.
Ed allora cosa accadrà?
La cosa più logica è che vi sia un crollo di partecipazione alle elezioni che però non porterebbe ad alcun cambiamento poichè vincerebbe (visto che la maggioranza degli indignati sono comunque più vicini al PSOE) il partito popolare che non farà altro che continuare e probabilmente aggravare i tagli e le privatizzazioni imposte dall'Europa.
Ed allora, a cosa ha portato (il bellissimo e giusto) movimento degli Indignados?
Opposta è la situazione Greca in cui invece, le rivolte contro la finanza e le imposizioni di "austerity" imposte dalla Bce e dal Fmi (con l'appoggio della Germania), vengono per la gran parte gestite e organizzate dal Partito Comunista (KKE) e dal sindacato ad esso legato portando così le rivolte ad essere più mirate e anche efficaci.
Ed è questo secondo me, tornando al motivo del mio tesseramento, di cui ci sarebbe bisogno in Italia:
un partito che riesca ad unire e organizzare tutte "categorie" (studenti, operai, precari) e le rivolte presenti sul sul territorio (Val di Susa, NodalMolin, Rosarno, il ponte sullo stretto...) che sono tante ed importanti ma che se restano sconnesse ed indipendenti porteranno solo sempre più esasperazione e rabbia ma difficilmente riusciranno a cambiare qualcosa ed ottenere ciò che chiedono.
E credo che un partito Comunista, possa e debba assumersi fino in fondo questo compito ma credo anche che per farlo debba prima essere esso stesso un Partito unito e unico cosa molto lontana dall'attuale situazione della "Federazione della Sinistra" cui Rifondazione e Comunisti Italiani sono le due "maggiori" componenti.
Ma è sempre facile criticare senza provare in prima persona e quindi, viste le considerazioni fatte sino a qui, mi è sembrata logica conseguenza il tesseramento, nella speranza di vedere il progetto della federazione crescere in un vero "Partito Comunista" che possa unire e appoggiare le lotte e le rivendicazioni sociali che attraversano questo Paese sull'orlo del collasso e ricostruirlo attraverso un sistema diverso, più giusto ed umano, che non si fondi sul profitto e sulle speculazioni finanziarie.
L'Argentina, la terra natale del Comandante Guevara, è la dimostrazione che una alternativa c'è ed è realizzabile. A noi la sfida di costruirla.
Ps.
la tessera ;)
Non amo i partiti, come qualsiasi organizzazione verticistica dove ci sono persone che decidono e altri che devono stare alle decisioni prese.
Ho sempre preferito, e continuo a farlo, i "cani sciolti" ai "Compagni organizzati", per una semplice questione di indipendenza, di poter decidere da me in ogni occasione, da che parte andare, con chi andare e quanto restare. Cosa che in un partito (non dico in assoluto, ma almeno in parte sì) non è possibile. aggiungo: giustamente e logicamente.
Ho deciso però di tesserarmi per diversi motivi, alcuni personali ed altri ideali-politici.
Quelli personali sono molto semplici, due principalmente:
- anzitutto di base la voglia di provare ad entrare in un mondo, quello della politica di partito, che in questi anni ho sempre osservato da esterno, avvicinandomici in rare occasioni, ma senza mai davvero entrarvi.E quindi dicevo, la volontà personale di provare a "vivere" in prima persona questo modo di fare politica.
- l'altro motivo per così dire, personale, è semplicemente che ho trovato qui a Bologna un gruppo di Compagne/i con cui mi sono trovato fin da subito bene,simpatici ma sopratutto aperti e disponibili, nei modi e nelle idee.
Ma c'è anche un motivo più strettamente politico che mi ha spinto a tesserarmi.
Ed è che ,per quanto non ami i partiti e il loro apparato burocratico, sono essenziali. Spiace molto dirlo ma il "movimentismo", non serve. Meglio, non serve se si punta a cambiare la società in maniera strutturale e permanente.
Assolutamente non voglio negare, anzi!, l'utilità dei movimenti che nascono e crescono (e muoiono) in seno alla società civile. Affermare una cosa del genere sarebbe non solo una falsità ma anche da stupidi, visto che abbiamo avuto (e continuaiamo ad avere) sotto gli occhi le capacità di mobilitazione e azione di movimenti come quelli dell'Acqua, dei No-Tav, quelli che hanno appoggiato e fatto vincere sindaci quali Pisapia e De Magistris.
E però altresì vero, che per far sì che le istanze della popolazioni (espresse e portate avanti anche coi movimenti) abbiano davvero attuazione, portino ad un cambiamento vero e permanente è necessario che siano incanalate, organizzate e portate avanti attraverso una struttura più solida e meglio organizzata di un "semplice" movimento civile.
E penso che questo di questo ci si possa accorgere volgendo lo sguardo agli stessi esempi prima citati (mov.Acqua, Pisapia e De magistris) e anche agli sconvolgimenti che stanno attraversando i paesi come Spagna e Grecia
Il movimento dell'acqua è stato eccezionale, è riusciuto a mobilitare migliaia, anzi milioni, di persone, che hanno deciso di mettersi in gioco e portare avanti una partita fondamentale per il futuro dell'intero Paese come quella del diritto all'Acqua. Il successo è stato assoluto ed innegabile, visibile semplicemente guardando la partecipazione alle manifestazioni prima e al momento del voto poi.
Eppure oggi ci troviamo difronte ad una situazione in cui -a dispetto del risultato referendario- l'unica città (tra le più note) ad aver dato attuazione alla "sentenza popolare" è stata ,in questi giorni, Napoli del sindaco De Magistris.
Questo significa quindi qualcosa, e più precisamente che l'azione della società civile per quanto essenziale se non appoggiata e portata avanti da un gruppo più strutturato non può portare a cambiamenti strutturali.
Anche gli eventi internazionali, a mio parere, ne sono dimostrazione.
In Spagna, dove si è costituito il movimento degli Indignados, tra non molto vi saranno le elezioni.
Ed allora cosa accadrà?
La cosa più logica è che vi sia un crollo di partecipazione alle elezioni che però non porterebbe ad alcun cambiamento poichè vincerebbe (visto che la maggioranza degli indignati sono comunque più vicini al PSOE) il partito popolare che non farà altro che continuare e probabilmente aggravare i tagli e le privatizzazioni imposte dall'Europa.
Ed allora, a cosa ha portato (il bellissimo e giusto) movimento degli Indignados?
Opposta è la situazione Greca in cui invece, le rivolte contro la finanza e le imposizioni di "austerity" imposte dalla Bce e dal Fmi (con l'appoggio della Germania), vengono per la gran parte gestite e organizzate dal Partito Comunista (KKE) e dal sindacato ad esso legato portando così le rivolte ad essere più mirate e anche efficaci.
Ed è questo secondo me, tornando al motivo del mio tesseramento, di cui ci sarebbe bisogno in Italia:
un partito che riesca ad unire e organizzare tutte "categorie" (studenti, operai, precari) e le rivolte presenti sul sul territorio (Val di Susa, NodalMolin, Rosarno, il ponte sullo stretto...) che sono tante ed importanti ma che se restano sconnesse ed indipendenti porteranno solo sempre più esasperazione e rabbia ma difficilmente riusciranno a cambiare qualcosa ed ottenere ciò che chiedono.
E credo che un partito Comunista, possa e debba assumersi fino in fondo questo compito ma credo anche che per farlo debba prima essere esso stesso un Partito unito e unico cosa molto lontana dall'attuale situazione della "Federazione della Sinistra" cui Rifondazione e Comunisti Italiani sono le due "maggiori" componenti.
Ma è sempre facile criticare senza provare in prima persona e quindi, viste le considerazioni fatte sino a qui, mi è sembrata logica conseguenza il tesseramento, nella speranza di vedere il progetto della federazione crescere in un vero "Partito Comunista" che possa unire e appoggiare le lotte e le rivendicazioni sociali che attraversano questo Paese sull'orlo del collasso e ricostruirlo attraverso un sistema diverso, più giusto ed umano, che non si fondi sul profitto e sulle speculazioni finanziarie.
L'Argentina, la terra natale del Comandante Guevara, è la dimostrazione che una alternativa c'è ed è realizzabile. A noi la sfida di costruirla.
Ps.
la tessera ;)
Commenti
Bentornato a postare.
Il tuo pensiero è molto interessante anche se non lo condivido.
Naturalmente non lo condivido perché abbiamo idee parzialmente diverse, dalla tua prospettiva, per il tuo progetto politico l'entrata in Rifonda è assolutamente coerente.
Quando hai idee rivoluzionarie la tattica dell'entrismo è sempre fallimentare. Lo dimostrano Bertinotti e Buontempo, per citare due esempi opposti, che sono entrati in parlamento come rappresentanti della sinistra e destra radicali e hanno finito per sostenere impegni capitalisti e liberali (Rifonda ha pure votato il rifinanziamento a guerre capitaliste e occidentaliste in Iraq e Afghanistan...).
L'entrismo si risolve sempre, visti i rapporti di forza con gli apparati dello stato consolidati, in uno scambio iniquo in cui tu ex-rivoluzionario ottieni una leggina (che poi sarà annacquata) in cambio di dieci voti a favore del sistema attuale che vorresti combattere.
Per me, che non rinuncio alla rivoluzione, il movimentismo a livello nazionale combinato con elezioni a livello COMUNALE, è l'unica via possibile per quanto difficile.
Un grosso saluto!
Saggia decisione la tua, conoscendoti entrare in Rifondazione non è altro che una ovvia evoluzione del tuo modo di pensare e di fare.
Anche perché credo, è un po' che non seguo più le vicende strettamente politico-partitiche di quella che una volta era la sinistra "estrema/antagonista" (all'incirca) che una rifondazione - con la minuscola - serva a tutta quell'area e di riflesso all'Italia, data la deriva fascistoide di personaggi come Vendola (cosa che, se ben ricordi, avevamo previsto con qualche anno di anticipo...).
Io rimango comunque dell'idea che la politica si faccia con i movimenti e non (più) con i partiti, ma ognuno deve fare la propria strada. Ed io, sul percorso partitico, ci sono già stato abbastanza...
Per cui cosa manca? Ah sì...in bocca al lupo per questa nuova, appassionante e, credo, molto formativa esperienza! E ovviamente tienici aggiornati!
MP