NON SIETE "STATO" VOI "che meritereste d’essere estripati come la malerba"



 La più grande, diretta e tagliente denuncia politica
degli ultimi 15 anni.minimo.
Al pari del discorso di Gramsci gli "indifferenti" 
e Calamandrei sulla "Scuola Pubblica"



Non siete Stato voi che parlate di libertà
come si parla di una notte brava dentro i lupanari.
Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio
ma vi divertite a fare i luminari.
Non siete Stato voi che siete uomini di polso
forse perché circondati da una manica di idioti.
Non siete Stato voi che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti.
Non siete Stato voi nel vostro parlamento di idolatri                                  pronti a tutto per ricevere un’udienza.
Non siete Stato voi che comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza.
Non siete Stato voi che stringete tra le dita il rosario dei sondaggi sperando che vi rinfranchi.
Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati
andando nei salotti a fare i saltimbanchi.
Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non siete Stato voi, uomini boia con la divisa che ammazzate di percosse i detenuti.
Non siete Stato voi con gli anfibi sulle facce disarmate                            prese a calci come sacchi di rifiuti.
Non siete Stato voi che mandate i vostri figli al fronte come una carogna da una iena che la spolpa.
Non siete Stato voi che rimboccate le bandiere sulle bare per addormentare ogni senso di colpa.
Non siete Stato voi maledetti forcaioli impreparati, sempre in cerca di un nemico per la lotta.
Non siete Stato voi che brucereste come streghe gli immigrati 
salvo venerare quello nella grotta.
Non siete Stato voi col busto del duce sugli scrittoi 
e la Costituzione sotto i piedi.
Non siete Stato voi
che meritereste d’essere estripati come la malerba dalle vostre sedi.
Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non siete Stato voi
che brindate con il sangue di chi tenta di far luce sulle vostre vite oscure.
Non siete Stato voi
che vorreste dare voce a quotidiani di partito muti come sepolture.
Non siete Stato voi che fate leggi su misura
come un paio di mutande a seconda dei genitali.
Non siete Stato voi che trattate chi vi critica 
come un randagio a cui tagliare le corde vocali.
Non siete Stato voi,
servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi che i mafiosi li chiamate eroi 
il corrotto lo chiamate pio
e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato 
fissa il magistrato e poi giura su Dio:
“Non sono stato io”.

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