Fiom, la lotta paga.

la lotta paga.
E la Fiom l'ha dimostrato con i fatti.
Zittendo definitivamente coloro i quali ancora sostenevano che il vergognoso servilismo di Cisl e Uil era l'unico modo per "aiutare" veramente i lavoratori.

ilManifesto /01.03.2011
-La Fiom strappa un buon accordo alla Marcegaglia-
"La Fiom li accordi li firma. Purché siano vantaggiosi non solo per le aziende ma anche per i lavoratori. E lo fa perfino a casa Marcegaglia. Lo dimostra ciò che è avvenuto allo stabilimento Oto Mills di Reggio Emilia del gruppo della presidente di Confindustria. Una vittoria piccola ma significativa perché la Fiom è riuscita in quella fabbrica a imporre una linea diversa da quella stabilità a livello nazionale proprio da Confindustria. Per raggiungere questo successo ci sono volute 14 ore di sciopero, una scelta e un diritto che ancora una volta si dimostra indispensabile. Grazie alla mobilitazione i lavoratori reggini sono riusciti a portare a casa metà del premio di risultato indipendentemente dalle presenze e dall'andamento del fatturato. Significa che al di là di come andranno gli affari delle fabbrica lo stipendio aumenterà di una quota fissa e certa, che potrebbe ulteriormente salire in proporzione al fatturato realizzato dall'azienda. Non solo. A partire dal primo gennaio 2013 lo stipendio base salirà di 20 euro a cui si aggiungeranno altre 35 euro in più al mese a partire dal 2014.
Si tratta di un passo in avanti verso le linee guida che la Fiom vorrebbe applicare a tutti i contratti, ovvero 80 euro di aumento e 1000 euro come salario minimo garantito per tutti. «Questa intesa- ha dichiarato Mirco Rota, segretario della Fiom Lombardia - va in senso contrario rispetto all'impostazione di Confindustria che vuole salari variabili in ogni azienda». Ora bisognerà cercare di estendere questo accordo anche agli altri stabilimenti del gruppo. Un obiettivo non facile ma che, come dimostra la vicenda della Oto Mills, non è irraggiungibile. Il gruppo Marcegaglia non è abituato a subire l'azione decisa del sindacato.
Prima ancora però la Fiom è impegnata a difendere i diritti di 250 apprendisti di quattro stabilimenti della Marcegaglia a Gazoldo (Mantova), Casalmaggiore (Cremona), Ravenna e Forlì. Il gruppo vorrebbe farli lavorare a ciclo continuo con 26 ore di straordinario al mese senza premi di risultato e produzione. Ma soprattutto con uno stipendio ridotto (si chiama salario di ingresso) per i primi otto anni di impiego. A livello nazionale l'ipotesi è già stata rigettata dalla Fiom, ma per aggirare l'ostacolo i vertici del gruppo stanno tentando di concludere accordi azienda per azienda facendo pressione su ogni singola Rsu. L'ennesimo tentativo è andato in scena proprio ieri a Casalmaggiore. Ovviamente il ricatto è sempre lo stesso: o mangiate questa minestra e chinate la testa o non vi assumiamo.
La Fiom non è disposta a cedere e sta già valutando quali inziative mettere in campo per scongiuare l'attacco ai diritti di questi lavoratori. Si tratta di iniziative che portano risultati ma anche consenso. Lo dimostra l'esito delle votazione per il rinnovo della Rsu che si sono svolte il 24 febbraio nello stabilimento Marcegaglia di Contino di Volta Mantovana (136 dipendenti). Su 115 votanti, 85 hanno scelto la Fiom che è passata da zero a tre delegati su tre." 


 

Commenti

Simone ha detto…
Non ne ho mai dubitato.

A presto!

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