Luca & Paolo a Sanremo 2011

1° Puntata

 

Luca&Paolo cantano: "Ti Sputtanerò"

Ti sputtanerò/ al Giornale andrò/ con in mano foto dove tu/ sei con un trans./
Ti consegnerò le intercettazioni/ e alle prossime elezioni/ sputtanato sei./
Ti sputtanerò con certi filmini/ che darò alla Boccassini/ dove ci sei tu./
E le mostrerò donne sopra i cubi/ e ci metto pure Ruby che ti fotterò
/ E se Emilio Fede/ non si vede/ ce lo aggiungo col Photoshop.
/ Ho già sentito Lele Mora/ che dichiara/ cosa/ tutto./
Ti sputtanerò/ sarà un po’ il mio tarlo/ con la casa a Montecarlo
/ dei parenti tuoi/ mogli e buoi/ tutti tuoi/
e ti sto sputtanando/ dove/ in questura/ pure/ porto/ anche la Santanché./
Le ragazze stanno dalla parte mia/ e so che mi sostengono/ 
se l’affitto in via dell’Olgettina è intestato a me
./ Tuo cognato già lo sai io lo dimostrerò/ che la casa al Principato appartiene a lui. 
/ Ti sputtanerò farò l’inventario/ con Noemi e la D’Addario/ dei festini tuoi/
ti sputtanerò/ dirò a D’Agostino/ che tua suocera e Bocchino han gli inciuci in Rai./
E se tu intercetti/ la Nicole Minetti/ c’è Ghedini/ che intercetterà te./
Ti sto sputtanando/dove?/ da Santoro/ quando?/ora./ Chiamo./
Ti sputtanerò. /Non mi butti giù./
Sì ma il 6 aprile in aula ci vai solo tu.

 2° Puntata

 

La Satira di Luca&Paolo.
La Satira su quelli che non si può, perchè sono i "buoni".

3°Puntata
 

Luca&Paolo, lettura de "Gli Indifferenti".
di Antonio Gramsci.

Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani" (1). Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, po
che mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'èin essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, 
lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
 da "La Città futura"

4°Puntata


Luca&Paolo cantano: Uno tra Mille ci sarà.
Ovvero, quale leader può far vincere il Pd.


«Se si va al voto chi ci guiderà? 
Ci vuole un leader altrimenti non ci votano non ce l'abbiamo adesso, 
ma chissà Uno tra mille ci sarà che guidi questa opposizione ci basta un prestanome 
Con Bersani proprio no non puoi andare alle elezioni puoi anche vincere però ti cascano i maroni 
A Veltroni non mi va di aumentare il suo patema l'ha pugnalato già anche D'Alema, 
lui usa sempre quel sistema e Prodi già lo sa 
E Franceschini? Io direi di no ha più mordente un comodino in legno d'acero 
Di Niki Vendola io non saprei c'e questa cosa che è un pò gay 
e gli ex DC sono all'antica, vogliono la cara vecchia... 
Matteo Renzi forse si, può anche darsi che non perda 
però ad Arcore c'e andato e ha pestato già una merda
Per guidarci sai ci serve un uomo vero e quindi..avrei pensato a Rosy Bindi 
ma visto come siam ridotti scongela Bertinotti 
Troppe correnti, serve un capo che ci tenga insieme nel partito democratico, 
uno che unisca le diversità Tra i nostri mille non ci sta, 
Per compattar le opposizioni, c'e solo Berlusconi!  
Allora diamo a lui il mandato! 
Dal 6 aprile è sul mercato, chissà che per tornare in pista lui non diventi comunista».

5° Puntata


Luca&Paolo: I valori dell'Uomo di Sinistra
-tengo a sottolineare, che si parla dell'Uomo di "Sinistra" moderato!
/dunque espressione del elettore Pd/

Per fare chiarezza...


Luca&Paolo: Mediaset/Rai. Chi decide?


Conclusione del Festival



Luca decide di mettere in chiaro,
il suo pensiero riguardo la Parcondicio.


-il Fatto Quotidiano, intervista-
Pubblico qui l'intervista de "ilFatto" a Luca&Paolo.
(fonte)

Una intervista a Luca Bizzarri del duo Luca e Paolo, 
grandi protagonisti dell'ultimo Sanremo 2011. 
Il festival, le polemiche sulla satira, sul contratto con Mediaset, la Rai.               
"Ci hanno chiamato in tanti da Mediaset per dirci "bravi",     
non credo si sentano "sputati" dice Luca. "
Molta gente che lavora con noi ci aveva sconsigliato: "Non andate". 
Potevamo scegliere una strada più serena".
Invece ne se siete usciti vivi. "E anche di più. 
La prima tv veramente nazional-popolare che abbiamo fatto è stata Sanremo: siamo partiti dal gradino più alto. 
Io ho pensato solo al Festival per sei mesi. 
Mi rendo conto che ci sono altri problemi nella vita, 
ma per uno che fa il mio mestiere non è dato sbagliare all`Ariston. 
Potevamo bruciarci. Ho perso 5 chili. Ho pianto 10 ore, dopo". 

Che differenza c'è tra la Rai in mano alla politica 
e Mediaset in mano al padrone della politica? chiede Il Fatto. 
"L'abbiamo detto dal palco la prima sera. 
A Mediaset c`è un editore che ha delle esigenze, contro cui combatti in maniera diretta. In Rai ci sono mille persone fra te e l'editore. 
Poi per fortuna ci sono i Mazza". 
La Rai vi ha censurato qualcosa? "Mai, però di un pezzo ci è stato detto: 
"questo non lo potrete mai fare". Quale? Saviano
Nel nostro team c'era chi aveva dubbi. Perché? 
Bisognerebbe chiederlo a chi non fa l'imitazione di Saviano. 
Lui è un personaggio molto positivo, ma a me fanno paura le beatificazioni
soprattutto in questo Paese 
che in un attimo ti santifica e un secondo dopo ti crocifigge
E poi essere presi in giro fa bene".  
Siete andati all'Ariston senza contratto?"
Diciamo che il nostro agente ha trovato una soluzione transitoria 
per andare in onda garantendoci autonomia editoriale". 
Voto alle facce della prima fila, con i dirigenti e mezzo cda Rai. 
"Il più alto a Masi, rosicava da pazzi ma rideva perché aveva paura che lo inquadrassero". 
II consigliere Verro ha detto che la direzione artistica 
non era "in linea con i valori dei servizio pubblico". 
"Quali sono i valori dei servizio pubblico"
La domanda andrebbe girata a Verro. 
Ma credo parli a nuora perché suocera intenda".

Gramsci sul primo canale: eversivo? 
"Per niente. Garimberti ha detto che quando è apparsa l'immagine 
del fondatore dell'Unità a qualcuno è venuto lo sturo. 
Però prima che apparisse in grafica l'autore del testo, vedevo grandi segni d'assenso. Forse non hanno letto abbastanza Gramsci. 
Era un atto d`accusa contro l'indifferenza degli italiani? Certo
c'è molta preoccupazione, più che giustificata, per il momento difficilissimo 
che il Paese sta attraversando". 
"Credo che vivere voglia dire essere partigiani", Antonio Gramsci. E tu? 
"Io direi anche "Libertà è partecipazione". Conosco meglio Gaber di Gramsci". 
Ti sei sottratto soprattutto all'idea di essere etichettato politicamente. 
Anarchico va bene? "No. Perché anche quella è una categoria. 
Ho delle idee, non le nascondo. Poi il filtro della comicità le fa venir fuori. 
Facendo ridere le persone di se stesse, non di Berlusconi. Io sono solo un cittadino che crede nelle istituzioni. Per questo vado a votare".



TUTTA LA MIA STIMA.
/Max

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