I nuovi schiavi
Ho lasciato trascorre del tempo,
prima di esprimermi su gli eventi verificatisi a Rosarno.
Volevo cercare,di raccogliere idee e pensieri.
Volevo scrivere di molte cose... mafia,razzismo,sfruttamento,rabbia,ingiustizia.
Ci sarebbe tanto da dire, tanto da commentare.
Perchè alla fine a pagare sono sempre gli sfruttati,
e i criminalizzati sono le vittime.
Perchè nessuno andrà a "prendere" i proprietari terrieri che sfruttavano i migranti, e pochi parlano (forse) di una misteriosa "mano lunga" dell'ndrangheta
Eppure per quanto ci provi, non riesco a scrivere nulla. I pensieri si accalcano,
ma le dita sulla tastiera non si muovono.
E allora lascio, a testimonianza della mia rabbia e del mio sdegno,
un'immagine e le parole di Adriano Sofri.

Nei Ghetti d’Italia questo non è un Uomo
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d´amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
“Ha sbagliato!”,
Certo che ha sbagliato,
L´Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l´elemosina di un´attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all´ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra – “A quel paese!”
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.
prima di esprimermi su gli eventi verificatisi a Rosarno.
Volevo cercare,di raccogliere idee e pensieri.
Volevo scrivere di molte cose... mafia,razzismo,sfruttamento,rabbia,ingiustizia.
Ci sarebbe tanto da dire, tanto da commentare.
Perchè alla fine a pagare sono sempre gli sfruttati,
e i criminalizzati sono le vittime.
Perchè nessuno andrà a "prendere" i proprietari terrieri che sfruttavano i migranti, e pochi parlano (forse) di una misteriosa "mano lunga" dell'ndrangheta
Eppure per quanto ci provi, non riesco a scrivere nulla. I pensieri si accalcano,
ma le dita sulla tastiera non si muovono.
E allora lascio, a testimonianza della mia rabbia e del mio sdegno,
un'immagine e le parole di Adriano Sofri.

Nei Ghetti d’Italia questo non è un Uomo
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d´amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
“Ha sbagliato!”,
Certo che ha sbagliato,
L´Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l´elemosina di un´attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all´ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra – “A quel paese!”
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.
Commenti
Rosarno è purtroppo uno dei mille sintomi di questo schifoso mondo global-internazionalista...
Per me e per te, nel "nostro" mondo queste cose non hanno da accadere.
E quando accadono, come dicevi tutti, l'alchimia massmediatica ha la triste funzione di rovesciare gli eventi per farli apparire ciò che non sono.