Gulag_Una scuola di vita

Dei noti provocatori che utilizzano strumenti del nemico di classe come wikipedia
per riscrivere la storia, pennivendoli del regime Dalemiano berlusconiano, imbevuti di veltronismo. Squallidi agenti della provocazione fascioborghese cercano di mistificare quanto fosse positiva l’esperienza educativa dei Gulag. Delle vere scuole di formazione e di vita.

Costori negano che l”istituzione del lavoro coatto nell’Urss di Stalin era nata come forma organizzata e rieducativa. La struttura dei campi, poi noti come Gulag, nacque infatti nel 1926 nell’arcipelago delle isole Solovetsky, nel Mar Bianco, facente parte della Repubblica sovietica della Carelia. Oggi ci possiamo permetteredi compiere una riflessione di classe su questa esperienza storica compiuta dal primo Stato socialista del mondo, di confutare i cumuli di menzogne vomitati dalla borghesia, dai fascisti, dai trotzkisti, di difendere e rendere onore ancora una volta alle giuste indicazioni e attuazioni di Lenin e Stalin, di contribuire a fare chiarezza su un tema tanto delicato e il più delle volte di ostacolo nell’approccio dei giovani rivoluzionari al socialismo e al pensiero di Mao.

I Gulag nacquero come risposta socialista al problema delle carceri. Nell’Occidente capitalista la detenzione doveva avere, e l’ha tutt’oggi, un carattere punitivo. Nell’Urss di Lenin e Stalin rivestiva un carattere correttivo e rieducativo. Essi si ispiravano al principio sancito solennemente dalla prima Costituzione della Repubblica socialista federativa russa del 1918 che stabiliva che il lavoro era un dovere per tutti i cittadini della Repubblica dei soviet e proclamava la parola d’ordine: “Chi non lavora non mangia“.

Come nella società dove tutti, anche i borghesi, dovevano lavorare per vivere, anche nei Gulag il lavoro per la collettività dava diritto all’esistenza e vigeva il principio del socialismo attuato in tutto il Paese: “Da ciascuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo il suo lavoro”. Come affermerà Stalin: “Da vergognoso e pesante fardello quale era considerato prima, in Urss il lavoro si è trasformato in questione di onestà, di gloria, di valore e di eroismo”.

La stessa detenzione prevedeva tre categorie di lavoratori e tre regimi di rieducazione: privilegiato, leggero e di prima categoria o duro, previa l’esamine della commissione medica che stabiliva se i rieducandi erano in condizione di svolgere un lavoro pesante o un lavoro leggero. Tenendo conto di tali criteri l’amministrazione del campo assegnava quindi le mansioni a ogni detenuto e stabiliva una razione alimentare a seconda della percentuale dell’obiettivo che riusciva a realizzare nel suo lavoro: razione di base, di lavoro, rinforzata o punitiva.

Solo ventilare, se non proprio decretare, un parallelo tra i Gulag e i lager nazisti, come fanno in maniera subdola e criminale gli anticomunisti, è un falso storico a tutto tondo. Quelli hitleriani erano centri di sistematico sterminio, dove furono commessi i più efferati crimini contro l’umanità che la storia ricordi; nell’Urss di Lenin e Stalin chi sbagliava pagava non con la camera a gas o il forno crematorio ma provando, nella stragrande maggioranza dei casi, per la prima volta nella vita cosa volesse dire realmente lavorare, quanto fosse stato criminale tramare contro il proprio Stato, affamare il popolo, sfruttare il lavoro altrui.
Nei Gulag infatti venivano inviati i nemici del comunismo e della Patria sovietica: speculatori, incettatori, sabotatori dell’economia, oziosi, kulaki (contadini ricchi antisovietici), parassiti, borghesi privilegiati, ma anche terroristi, disertori, seguaci del vecchio regime zarista, collaborazionisti delle armate bianche durante la guerra civile e degli invasori nazisti nella seconda guerra mondiale, agenti della borghesia e dell’imperialismo occidentale infiltrati nel partito e nello Stato, fino ai delinquenti comuni. Come può quindi scandalizzare che nei campi di rieducazione sovietici c’erano i ricchi e gli anticomunisti, mentre nelle carceri occidentali e dei paesi reazionari a languire sono stati e sono tutt’oggi in prevalenza i poveri, i comunisti e chiunque si opponga al dominio di ferro del capitalismo e dell’imperialismo? E come si possono denigrare i Gulag, come fanno la borghesia e i suoi lacché, sparlando di regni delle malattie, morti per fame, bieco schiavismo, negazione dei più elementari diritti, quando giudicano e definiscono come il regno della democrazia gli Usa, dove impera la pena di morte fascista, dove i penitenziari come Alcatraz hanno fatto la peggiore storia detentiva, mentre a Guantanamo, Abu Ghraib e Bagram i prigionieri islamici vengono spesso uccisi senza che trapeli uno straccio di notizia, trattati come bestie, torturati e annientati psicologicamente. E si può non pensare ai boia sionisti israeliani che schiacciano e sfruttano i palestinesi in enormi campi lager nei territori occupati?
L’inferno di queste carceri davvero non ha nulla a che vedere con i Gulag. Certo che in quest’ultimi c’erano le malattie come il tifo e lo scorbuto, che infierivano anche nelle città russe durante l’aggressione imperialista occidentale e dei controrivoluzionari bianchi del 1917. Certo che il cibo era scarso in questo periodo o durante la seconda guerra mondiale, ma questa era la difficile e inevitabile situazione di tutto il Paese, di tutto il popolo sovietico, dove i prodotti alimentari erano giocoforza razionati. Insomma, nonostante la costruzione del primo Stato socialista, iniziata da Lenin e proseguita da Stalin, sia avvenuta in circostanze durissime, in mezzo all’accerchiamento imperialista che tentava di strangolarlo economicamente e politicamente dall’esterno, e con gli assalti delle armate bianche e dei revisionisti di destra e di “sinistra” dall’interno, anche l’esempio dato dai Gulag rappresenta un’esperienza storica importante e inedita. Ciò non toglie che siano stati commessi degli errori ma ciò non va addebitato a Stalin e agli autentici bolscevichi, ma a elementi come Jagoda, Ezov che tramavano nell’ombra contro la costruzione del socialismo in Urss. Fu Stalin in prima persona a rimuovere dal posto di Commissario del popolo per gli affari interni prima Jagoda (1936), smascheratosi in seguito come seguace del destro Bucharin e per le sue azioni controrivoluzionarie condannato e giustiziato, poi il “sinistro” Ezov, destituito nel ‘38 e condannato e fucilato nel 1940.

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