OSTALGIE

"OSTALGIE"(gioco di parole tra "nostaglia" e "Ost"(est in tedesco),
così si chiama un fenomeno assai diffuso in Germania,
20 anni dopo la caduta del "muro" che simboleggiava la divisione,
più che di una città, di due "mondi",
che costituivano "due faccie della stessa medaglia", la cui esistenza
permetteva l'esistenza di un'equilibrio, venuto meno con la scomparsa dell'Urss.

Scomparsa, i cui effetti, si registrano solo oggi
e che certo, per la gran parte delle popolazioni,non sono positivi.
Perchè qualcosa vorra pur dire,se oggi,
persone che hanno vissuto il "terrore" della stasi,
e l'oppressione dell'Unione sovietica, organizzano feste a tema
che ricordano quei tempi,
l'auto più di moda è la "trabbi"(auto del popolo nella DDR),di cui presto
sarà disponibile la nuova versione, ecologica.
E qualche significato avrà anche, che Iosif Stalin,
l'uomo d'acciaio, costato milioni di morti è ancora tra i più amati della Russia.

" In Russia, negli ultimi anni hanno aperto molti ristoranti che si ispirano al periodo comunista, soprattutto a Mosca: molti organizzano "serate della nostalgia", in cui i giovani si vestono da pionieri, la versione sovietica dei boy scout e delle guide, e ballano i classici del periodo comunista."Un tempo vivevamo meglio", dice Anelia Beeva, 31 anni. "Andavamo in vacanza al mare e in montagna, c'erano abiti, scarpe e cibo in abbondanza. Mentre adessospendiamo quasi tutto il nostro stipendio in generi alimentari. Quelli che hanno una laurea sono disoccupati e se ne vanno all'estero". "
Certo, non ci sarà nostalgia per la "libertà"negata, per il "pensiero unico",
magari però, in questo mondo in perenne crisi (economica,sociale,politca)
la nostaglia coglierà quelli che si ricordano il lavoro sicuro,
la casa(seppur piccola) per tutti,le scuole gratuite, l'assistenza medicosanitaria.

Reuters riporta un sondaggio che verificava la nostaglia dell'est europeo
verso il comunismo, meglio, l'Unione Sovietica e i vari regimi del "socialismo reale".
Un sondaggio [...] ha evidenziato che in Ucraina, Bulgaria, Lituania e Ungheria c'è stata una drastica caduta della fiducia nella democrazia e nel capitalismo.
Il sondaggio ha fatto emergere che soltanto il 30% degli ucraini si dice a favore del passaggio alla democrazia, quando nel 1991 era il 72%. In Bulgaria e Lituania, il crollo (del numero di coloro favorevoli al cambio di regime) si è fermato poco sopra lametà della popolazione, quando nel 1991 i tre quarti degli abitanti erano favorevoli (alla transizione). in Ungheria, uno dei paesi più colpiti dal peggioramento economico, il 70% di quelli che nel 1989 erano già adulti confessa di esser rimasto deluso dai risultati del cambio di regime.
Gli abitanti dei paesi dell'ex Jugoslavia, segnati dalle guerre etniche degli anni Novanta e non ancora ammessi nell'Unione Europea, coltivano nostalgie del periodo socialista di Josip Tito…"All'epoca tutto era meglio di oggi. Non c'era la criminalità di strada, i posti di lavoro erano sicuri e i salari erano sufficienti per garantire una condizione di vita decente" dice Koviljka Markovic, 70 anni, pensionato belgradese. "Io oggi con la mia pensione di 250 euro al mese riesco a malapena a sopravvivere".
1.000.000, tante le persone morte,
a causa del crollo dell'Unione sovietica e dei vari regimi dell'est.

Perchè spesso, ci si dimentica, che il crollo dell'URSS non è significato solo
la caduta di un'ideologia(o di quel che ne è nato) ma ha significato la scomparsa
dell'intero tessuto socio-politco che esisteva.
Fabbriche chiuse, fine di ogni assistenza sociale ed economica,
il "capitale" non ha lasciato spazio alle persone, alle loro famiglie e alle loro necessità.
Milioni di persone si sono ritrovate dall'oggi al domani senza lavoro,
senza casa, senza cibo ne assistenza, con una famiglia da mantentere.

"Nell'insieme dei paesi dell'Europa orientale e dell'ex Urss, fra il 1991 e il 1994 le privatizzazioni portarono a un aumento del 56 per cento nel numero dei disoccupati (e a quel 12,8 per cento di crescita della mortalità citato prima); ma all'interno del quadro complessivo cinque paesi conobbero in quegli anni uno shock particolarmente violento. Russia, Kazakhstan, Lituania, Lettonia ed Estonia ebbero aumenti di disoccupazione fino al 300 per cento"
"l'arrivo di privati - e con essi di una logica di profitto - alla guida di aziende in cui l'efficienza produttiva era da decenni subordinata all'utilità sociale, ha provocato quasi sempre il licenziamento di moltissimi lavoratori, in un contesto economico di crisi molto grave in cui trovare un nuovo impiego…si aveva la casa, l'assistenza sanitaria, le vacanze, un'immagine sociale perdendo il lavoro, si perdeva tutto in un colpo.
Si aggiungano altri due effetti diretti (e contemporanei) delle politiche neoliberiste come il collasso delle strutture sanitarie gratuite e il vertiginoso aumento del prezzo dei farmaci, e gli ingredienti per l'avvio di quella che a tutti gli effetti è stata una strage di massa diventano chiari."
Insomma, si potrebbe dire: " si stava meglio,quando si stava peggio" giudizio che dovrebbe far riflettere visto che, quello che noi consideriamo il mondo della "libertà" e dalla "giustizia" fa rimpiangere il"mostro" dell'Unione Sovietica e i terribili regimi comunisti.
Saluti, Max =D
Fonti:

Commenti

ExNovo ha detto…
Come dire all'Italiana (quando si poteva dormire con le porte aperte e i treni arrivavano sempre in orario), "Si stava meglio quando si stava peggio"? No, non ci credo. In realtà il "Socialismo Reale" deve ancora arrivare. Ci vuole poco, tanto così...

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