Il Fatto Quotidiano

OGGI è USCITA la PRIMA COPIA de "Il Fatto Quotidiano" diretto da Padellaro.
Prima di perderci in inutili polemiche, diatribe infinite sul "taglio" di questo giornale,
vi propongo di informaci su CHI scrive su questo giornale.

Diamo allora un'occhiata rapida alle biografie :

Furio Colombo
(SITO):
Giornalista e scrittore, ha diviso la sua vita fra Italia e Stati Uniti. È stato giornalista ed inviato di molte testate e direttore dei programmi culturali della Rai-Tv ed è autore di numerosi saggi e romanzi. Nel 1963 è tra i fondatori del Gruppo ‘63. All’inizio degli anni ‘70 partecipa alla fondazione del DAMS di Bologna dove insegna dal 1970 al 1975. Negli Stati Uniti è stato corrispondente de La Stampa e di La Repubblica. Ha scritto per il New York Times e laNew York Review of Books.
E’ stato presidente della Fiat USA, professore di giornalismo alla Columbia University, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura. È stato senatore e in questa legislatura è deputato del
Partito Democratico.

Marco Travaglio:

Conseguita la maturità classica al Liceo salesiano Valsalice di Torino, Travaglio si laureò in Storia Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino,[1] cominciando poi la propria attività come giornalista free lance in piccole testate di area cattolica, come "Il nostro tempo", con il quale al tempo collaborava anche Mario Giordano.[2]

A "Il nostro tempo" conobbe Giovanni Arpino che, nell'ottobre del 1987, lo presentò a Indro Montanelli il quale, alla vigilia di Pasqua del 1988, lo chiamò a collaborare al Giornale. Per il quotidiano milanese lavorò come vice-corrispondente da Torino dal 1987 al 1992. Quando, nel 1994, Montanelli lasciò il quotidiano che aveva fondato venti anni prima, lo seguì a La Vocecon altri cinquanta redattori.

Travaglio ha poi collaborato con diversi quotidiani e periodici, fra cui Sette, Cuore, Il Messaggero, Il Giorno, L'Indipendente, Il Borghese e L'Espresso.Prima del 2001 ha pubblicato sul settimanale di destra il Borghese, in versione integrale e a puntate, le intercettazioni telefoniche fatte dalla polizia al movimento Lotta Continua (inclusiGad Lerner, Giuliano Ferrara, Andrea Marcenaro e Luigi Manconi) il giorno seguente l'arresto di Adriano Sofri per l'accusa dell'Omicidio Calabresi. Secondo Dagospia, "nei nastri registrati dall'autorità giudiziaria se ne sentono di tutti i dolori e colori". Tale iniziativa ha causato insofferenza nei confronti del giornalista da parte di numerosi ex movimentisti di allora, ivi inclusoFlores d'Arcais.[3]

Il 14 marzo 2001 durante un'intervista nella trasmissione di Raidue Satyricon, ideata e condotta da Daniele Luttazzi, presenta il suo libro L'odore dei soldi, un'inchiesta sull'origine, che il giornalista ritiene fortemente sospetta, dell'arricchimento di Silvio Berlusconi, due mesi prima delle elezioni; successivamente il programma dello showman viene rimosso dai palinsesti RAI, fatto che comportò molte polemiche, rinfocolate anche a distanza di un anno dal cosiddetto "Editto bulgaro" del 2002.

Dal 14 settembre 2006 è co-conduttore nella trasmissione di approfondimento giornalistico AnnoZero, condotta da Michele Santoro, dove conduce una rubrica dal titolo Arrivano i mostri; dal 2008 cura la copertina. Tra le sue ultime battaglie si ricorda una decisa opposizione alla legge di indulto del 2006 promulgata dal Parlamento, da lui considerata un indegno "colpo di spugna" a favore della parte corrotta della classe politica.[4] In una puntata della trasmissione AnnoZero di Santoro, ha anche espresso il suo parere negativo nei confronti della legge Mastella (approvata nel luglio 2007 dal Parlamento), da lui considerata una "legge bavaglio", poiché fortemente limitativa nell'utilizzo da parte dei giornalisti delle intercettazioni telefoniche. Recentemente si è anche espresso negativamente sull'ipotesi di concessione della grazia all'ex funzionario del Sisde Bruno Contrada, condannato a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa. A causa di questa posizione è stato duramente contestato da Giuliano Ferrara sul "Foglio".

L'8 settembre 2007 ha partecipato con un lungo intervento alla manifestazione V-Day organizzata da Beppe Grillo in Piazza Maggiore a Bologna. Il 25 aprile 2008 ha aderito al V2-Day, partecipando alla manifestazione in Piazza San Carlo a Torino.[5]


Travaglio si definisce un liberale da sempre; o meglio, come lui stesso afferma "liberal-montanelliano".[17] Giuliano Ferrara e Filippo Facci lo descrivono invece come reazionario egiustizialista.[18] Nella sua ormai celebre intervista rilasciata a Daniele Luttazzi, nella trasmissione Satyricon, ha dichiarato di essere un liberale (precisamente "un allievo di Montanelli") che ha trovato "asilo" nell'area di sinistra, ma che non si identifica in quest'area politica.

Durante la trasmissione Dodicesimo round ha dichiarato che nelle elezioni 2006 ha votato al Senato "senza turarsi il naso per la prima volta": questo perché l'Italia dei Valori, afferma Travaglio, "mi ha fatto il regalo di candidare una persona che stimo e che mi onora della sua amicizia, Franca Rame".

Sul blog di Antonio Di Pietro, viene pubblicato il 29 marzo 2008 un articolo di Travaglio dove esprime pubblicamente il suo voto ancora a favore dell'Italia dei Valori per le elezioni politiche del 2008, aggiungendo però "in attesa di un nuovo Einaudi o un nuovo De Gasperi", confermando la sua ispirazione liberale.[19]

Sul blog Voglioscendere, il 5 giugno 2009, alla vigilia delle elezioni europee ed amministrative 2009, dichiara l'intenzione di sostenere con il voto, ancora una volta, l'Italia dei Valori, perché soddisfatto del suo modo di fare opposizione al governo Berlusconi.[20]



Antonio Tabucchi:
Oggi considerato una delle voci più rappresentative della letteratura europea. Autore di romanzi, racconti, saggi, testi teatrali, curatore dell’edizione italiana dell’opera di Fernando Pessoa, i suoi libri sono tradotti in quaranta lingue (in tutti i paesi europei, Stati Uniti e America Latina e nelle lingue più lontane, come il Giapponese, Cinese (Taiwan e Repubblica Popolare Cinese), Ebraico, Arabo (Libano e Siria), Kurdo, Indi, Urdu e Farsi.
Alcuni dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo da registi italiani e stranieri (Roberto Faenza, Alain Corneau, Alain Tanner, Fernando Lopes) o sulla scena da rinomati registi teatrali (Giorgio Strehler e Didier Bezace fra gli altri).
Ha ricevuto numerosi premi in Italia, fra cui il Pen Club Italiano, il Premio Campiello e il Premio Viareggio-Rèpaci; e prestigiosi riconoscimenti all’estero, fra cui il Prix Médicis Etranger, il Prix Européen de la Littérature e il Prix Méditerranée in Francia; l’Aristeion in Grecia; il Nossack dell’Accademia Leibniz in Germania; l’Europäischer Staatspreis in Austria; il Premio Hidalgo e il premio per la libertà di opinione “Francisco Cerecedo” attribuito ogni anno dal Principe delle Asturie, in Spagna. È stato nominato “Chevalier des Arts et des Lettres” dalla Repubblica francese e ha ricevuto la decorazione dell’Ordine dell’Infante D. Henrique dal presidente della Repubblica portoghese.
È stato professore cattedratico (attualmente in pensione) dell’ Università di Siena ed ha insegnato in prestigiose Università straniere (Bard College di New York, Ecole de Hautes Etudes e Collège de France di Parigi). Ha collaborato e collabora con quotidiani italiani e stranieri (“Corriere della Sera”. “Unità”, “Il manifesto”, “Le Monde”, “El País”, “Diário de Notícias”, “La Jornada”, “Allegemein Zeitung”) e riviste quali “La Nouvelle Revue Française” e Lettre International”. È membro fondatore dell’”International Parliament of Writers”. Dal 2000 è stato proposto dal Pen Club italiano all’Accademia di Svezia quale candidato italiano per il Nobel di letteratura.

Corrado Stajano :
Giornalista e scrittore italiano.
Si è occupato dei grandi eventi politici e culturali che hanno attraversato la storia italiana dal dopoguerra ad oggi, in veste di collaboratore e redattore di numerose testate giornalistiche e come autore di programmi televisivi. In particolare la sua attenzione si è rivolta all'analisi della "strategia della tensione" e della collusione tra mafia ed ambienti politici.
È stato inoltre parlamentare nella XII legislatura. I suoi libri sono contraddistinti dal rigore del saggio e dall'efficacia di rappresentazione della narrazione autentica. Con "Promemoria" nel 1997 ha ottenuto il premio Viareggio.

Paolo Flores d'Arcais :
E' un filosofo e pubblicista italiano, direttore della rivista MicroMega e allievo e amico di Lucio Colletti, il massimo studioso italiano del marxismo prima della sua crisi ideologica databile al 1973-74. È anche collaboratore di El Pais, Frankfurter Allgemeine Zeitung e Gazeta Wyborcza.

Tra gli autori cui ha dichiarato di ispirarsi per i suoi saggi possiamo citare Albert Camus e Hannah Arendt.

Inizia presto ad occuparsi di politica nell'organizzazione giovanile del PCI. Ma presto viene espulso dalla FGCI per la sua prolungata e grave attività frazionistica, cioè per la sua doppia militanza nella FGCI e nella Quarta Internazionale trotzkista. È tra i leader del 68 romano. Approda successivamente a posizioni di riformismo radicale e verso la fine degli anni 70 ha un breve ma intenso flirt con Bettino Craxi e con Martelli, ma finisce in lite anche con loro. Aderisce al PDS di Achille Occhetto nel 90 entrando nella Direzione del partito. Dal quale esce nel 92 essendo favorevole alla prima guerra in IRAQ in disaccordo col partito.

È stato tra i promotori della breve stagione dei girotondi. Tenta di proporre un candidato alle primarie dell'Ulivo per le politiche del 2006, ma come lui stesso deve ammettere "realizza un fallimento pieno e perfetto" raccogliendo appena 130 adesioni alla sua idea.

Il 25 marzo 2008 annunciò, con un articolo pubblicato su MicroMega (sia online sia nell'edizione cartacea), che nelle elezioni politiche del 2008 avrebbe votato per il Partito Democratico in funzione anti-berlusconiana [1]. Il 29 gennaio 2009 ha deciso di ritentare in politica prospettando il Partito dei Senza Partito (PDSP) insieme ad Antonio Di Pietro ed Andrea Camilleri per partecipare alle elezioni europee del 2009[2]. Il 12 marzo 2009 viene annunciato il mancato accordo tra D'Arcais, Camilleri ed Antonio di Pietro.


MASSIMO FINI :

Nato a Cremeno, sul lago di Como, da padre toscano e madre ebrearussa, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza a pieni voti ha svolto varie attività, lavorando inizialmente come impiegato alla Pirelli, in seguito come copywriter, pubblicitario e bookmaker. Arriva al giornalismo nel 1970 all'Avanti!, dove segue come cronista i fatti di criminalità politica. Dal1972 a 1979 è inviato all'Europeo. Nel 1978, in collaborazione con Walter Tobagie Franco Abruzzo ha fondato la componente sindacale della rivista “Stampa democratica”. Nei primianni '80 è animatore del mensile dipolitica e cultura Pagina. Dal 1982al 1992 è inviato estero ed editorialista al Giorno. Nel 1985rientra all'Europeo come inviato ed editorialista e vi tiene per 10 annila principale rubrica del giornale. Attualmente lavora per Il Gazzettino, Il Giorno, La Nazione,Il Resto del Carlino, Giudizio Universale. Ha partecipato alla rifondazione del Borgheseed era editorialista di punta deL'Indipendente dei primi anni '90. Dal mese di Ottobre 2008Massimo Fini dirige il mensile La voce del ribelle, che vede, tra gli altri, la collaborazione diMarco Travaglio e Giuseppe Carlotti. Il mensile è edito sia in versione cartacea che online.Pubblica il suo primo saggio, La Ragione aveva Torto?, edito dalla Camunia. Da quel momento Fini, conosciuto come giornalista di cronaca ed editorialista di spicco de L'Europeo e de Il Giorno assume una posizione di dura critica verso alcuni valori essenziali del mondo moderno, come l'industrialismo, l'ottimismo, l'attenzione spasmodica nei confronti della crescita economica fino a giungere al j'accuse contro la democrazia di Sudditi. Tutta l'opera saggistica di Fini si fonda sulla critica sferzante verso caratteristiche del mondo moderno e della globalizzazione, figli del pensiero liberale e anche del marxismo, anch'esso prodotto dalla rivoluzione industriale e dalllo stesso liberalismo, e causa degli stessi mali: l'alienazione dell'individuo schiacciato dal produttivismo, la distruzione dell'ambiente, l'idea di una scienza e dell'uomo come sovvertitori delle leggi naturali, la globalizzazione che omologa tutto ad un'unica cultura dominante. Molti, negli anni, hanno tentato di assegnare a Fini appellativi vari, cercando di inserirlo sia entro correnti politiche di destra che di sinistra: in realtà egli ritiene che questi due concetti, destra e sinistra, siano obsoleti, vecchi di due secoli in cui le trasformazioni sociali e culturali hanno reso inutilizzabili queste divisioni, anche alla luce di una sempre maggiore somiglianza programmatica tra le diverse forze politiche. Massimo Fini pensa che la dicotomia che sta emergendo con sempre più forza e che esploderà drammaticamente nel futuro sia quella tra coloro che, figli del pensiero liberale, vogliono imporre un'unica visione del mondo che unifichi il tutto in principi (culturali, giuridici ed economici) universali e chi, invece, vuole difendere i propri valori e la propria diversità seppur in contrasto con il cosiddetto pensiero unico, democratico e liberista. Da ciò si deduce come Fini abbia come uno dei suoi massimi principi quello dell'autodeterminazione dei popoli, sotto attacco, a suo giudizio, da coloro che, sotto varie forme (partendo da certe forme di cooperazione internazionale fino alle guerre umanitarie) vogliono imporre lo stile di vita occidentale. L'opera di Fini, soprattutto nella sua trilogia La Ragione aveva Torto?, Elogio della guerra e Il denaro, presenta costantemente una comparazione tra il mondo nato dalle Rivoluzioni Industriale e Francese e quello medievale e dell'ancien régime ponendosi l'obiettivo di evidenziare come il mondo moderno abbia smarrito tanti elementi, materiali e spirituali, che davano a quelle società caratteri di equilibrio sociale e stabilità. Accusato da alcuni ambienti di sinistra di essere vicino alle posizioni dell'estrema destra sociale, Fini in realtà fa suo il principio del relativismo culturale di Levi-Strauss e costruisce una sintesi di concetti propri di intellettuali di diversa matrice politica, come Alain De Benoist, Serge Latouche e Danilo Zolo.

LUCA TELESE :

Giornalista parlamentare ed ex portavoce di Rifondazione comunista e poi nell'ufficio stampa del Movimento dei Comunisti Unitari, inizia la sua carriera collaborando con l'Unità, Il Manifesto, Il Messaggero e Il Foglio. Collabora anche con la società giornalistica "La Vespina" di Giorgio Dell'Arti.Dal 1999 lavora per il quotidiano Il Giornale, occupandosi soprattutto di politica (seguendo il Partito Democratico e la sinistra in generale), spettacoli e cultura; nel 2003 inizia a collaborare con Vanity Fair.Dirige la collana "Radici nel Presente" della casa editrice Sperling & Kupfer. La collana dedica molta attenzione a vicende storico-politiche scomode, «purgatorio infinito delle memorie indeterminate» con l'intento di illuminare «questa terra di nessuno così vicina e impervia, il nostro passato prossimo».[1]È stato autore di alcune trasmissioni televisive (Chiambretti c'è, Batti & Ribatti, Cronache marziane) e conduttore del programma televisivo Planet 430, scritto insieme a Lorenzo Mieli eVittorio Zincone.Ha partecipato prima alla conduzione di Omnibus Estate ed ha appena concluso la trasmissione televisiva Confronti su Rai Due.

Nel 2007 ha presentato su La7 il suo nuovo programma Tetris che intreccia politica e Tv.

Saltuariamente sostituisce Giuseppe Cruciani alla conduzione del programma radiofonico La Zanzara su Radio 24.

Si alterna con Edoardo Camurri nella conduzione di Tabloid, rassegna quotidiana tratta dalle pagine interne dei quotidiani Italiani di Radio3, in onda dalle 9.30 del mattino.[2]

Sebbene lavori al Giornale, quotidiano di centro-destra, Telese continua a definirsi «un comunista italiano a lungo impegnato in un giornale di destra». [3]

Il 14 agosto del 2009 lo stesso Luca Telese nel suo blog annuncia il passaggio da il Giornale a Il Fatto Quotidiano, quotidiano diretto da Antonio Padellaro, edito dal 23 settembre. [4]

Osservazioni?

Io comincio a farne una :

Tutti i sopra elencati sono giornalisti e scrittori, famosi a livello nazionale e internazionale

che hanno contibuito con le loro opere alla cultura letteraria e politca dell'Italia e del mondo.

A livello politico, come si può leggere, la situazione è variegata, spazia

da sinistra a destra passando per il centro. Ma soprattutto sono persone libere e indipendenti

non alle dipendenze di politici e/o imprenditori.

E allora non posso far altro che augurare "in bocca al lupo" a tutti,

nella certezza che sapranno arricchire il "mercato"della libera informazione durante questi tempi bui.

Commenti

Rigitans' ha detto…
il primo numero nonostante 150 mila copie nelkle edicole è andato subito a ruba. per fortuna hanno messo online quello di ieri. oggi hanno alzato a 200 mila e sono riuscito a comprare il secondo numero. finalmente notizie su notizie, braccando come cani, anche se spero migliori rendendosi più interessante.

comunque un successone, gli italiani vogliono più verità, più fatti, e meno chiacchiere, c'è poco da fare.

e se gli avessero fatto pubblicità? quante copie avrebbero venduto? quanti abbonamenti?

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